La danza dei violini

Le note girano nell’aria. Salgono in alto per poi planare giù tra i volti rapiti, sfiorando i capelli proprio lì, dietro all’orecchio. Le note girano nell’aria e stupiscono, emozionano, sorprendono, calmano, commuovono, entusiasmano. Le note girano nell’aria insieme a lembi di tessuto nero: raso.

Due abiti si librano nell’aria insieme alle note e trasformano un pezzo di strada nel palcoscenico di una serata che non t’aspetti, proprio qui, nel cuore di Firenze. Due abiti, due ragazze, due violini. La danza dei violini di fronte ai negozi della moda dove sostano in ‘pellegrinaggio’ schiere di turisti cinesi impazziti a ‘flashare’ di scatti Luis Vitton, Salvatore Ferragamo, Prada o Braccialini, è qualcosa che mi regala una dolcezza infinita, sensazioni nuove e intense, mentre le luci dei palazzi storici si specchiano nell’Arno accendendo di magia la notte.

Due ragazze danzano coi loro violini, incrociando gli archetti quasi come in una battaglia dove non conta la forza bensì la leggiadrìa, l’eleganza. Eteree, come muse, come creature di un altro pianeta, si muovono in tondo, dondolando con il collo piegato sul violino e le dita che corrono sicure sulle corde.

Intorno a loro un piccolo cerchio di persone estasiate: tutti in silenzio, incantati a osservare le ragazze l’una di fronte all’altra, poi di fianco, ora di spalle… Occhi negli occhi, sorrisi nei sorrisi, intesa, complicità, condivisione. Spettacolo nello spettacolo: le note del Padrino girano nell’aria e s’impennano sugli spartiti di Paganini che le musiciste conoscono a memoria, così come ogni virtuosismo eseguito alla perfezione portando il pubblico su in alto, nel cielo tinto di notte da dove Firenze è ancora più bella, tremendamente bella.

Una ha i capelli corti e ricci, l’altra lisci e lunghissimi sulle spalle nude, fino alla schiena: contrasti di forme nei movimenti e nella danza dei violini che dà voce all’arte, silenziando gli schiamazzi poco distanti di giovani arroganti, chiusi nei loro pearcing, coi capelli dalle forme improbabili, e nell’illusione dei super-uomini. La musica, ora, è più forte del chiasso e vince. Osservo le due ragazze che incrociano le armi dell’armonia, incuranti di ciò che le circonda. Ma chi sono? Mi piace pensare a due studentesse straniere del “Cherubini”, il mitico Conservatorio fiorentino che sforna talenti da decenni; immagino che la custodia dei violini aperta agli spiccioli del pubblico di strada siano l’aiuto necessario a coprire le spese quotidiane, magari l’affitto di una camera che affaccia sui tetti del centro storico, o il noleggio di quegli abiti da sera neri, di raso, perchè la musica impone i suoi riti, anche nell’estetica.

Qui, stasera, in questo pezzo di strada che domattina tornerà ad essere calpestato da passanti distratti e frettolosi, ho respirato la bellezza in tutta la sua sconvolgente semplicità, fermato il tempo e … danzato coi violini.

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