Il ritmo spacca, ma è pura armonia
Le mani fanno volare le bacchette tra percussioni e piatti, in una sequenza che lascia senza fiato per velocità e perfezione. Tommaso ha solo 11 anni ma la batteria è la “Ferrari” con la quale sta correndo verso l’adolescenza. Tommaso è appassionato e questo, già di per sé, è il seme dei frutti che darà quando sarà grande, perché la musica è una preziosa compagna di viaggio, arricchisce, consola, incoraggia, calma, entusiasma.
E’ un colore in più nella vita a colori, una marcia diversa nel cammino, una luce accesa su ogni giornata. La passione di Tommaso va coltivata con studio e rigore: a undici anni è raro vedere un bambino così concentrato sulla formazione e “affamato” di conoscenza. “La batteria mi dà sensazioni uniche e mi fa stare bene”, dice sicuro con accanto la sorella Giulia, 7 anni anche lei impegnata nello studio del sassofono, lo strumento che suona il padre Francesco.
In famiglia sono tutti con la testa nella musica perché pure la mamma, Sara, suona il clarinetto. Tutti nella Filarmonica “Mascagni” e tutti volontari della musica, anche se Tommaso ha intenzioni serie perché da tre anni studia con un “mito” delle percussioni: Claudio Cuseri. Non ha ancora deciso cosa farà da grande ma sa che la batteria sarà la sua compagna inseparabile. E’ lui uno dei trenta protagonisti del concerto in piazza della “Mascagni”, orgoglio di Foiano.
La piazza ritrovata dell’incontro, della socialità, dei saluti, delle chiacchiere e dei sorrisi, della speranza che tutto il male che la pandemia si è portata dietro, sparisca esattamente come è arrivato e si possa riprendere la bellezza della normalità, magari finora poco apprezzata e adesso obiettivo agognato. La piazza dove il vicesindaco Jacopo Franci insieme alle associazioni, Pro loco e commercianti, ha focalizzato un carnet di iniziative pensate proprio per riportare la gente a riprendersi spazi rubati da un maledetto virus che ancora prova a perpetuare lo status quo.
Una piazza viva e ricca di umanità che nemmeno internet e le videoconferenze potranno mai soppiantare. E’ qui nel cuore di Foiano che la banda musicale dialoga con le persone sedute come si sta nel salotto di casa o nel giardino, cullati dalla brezza di sere d’estate. Piazza e banda musicale: binomio perfetto per riscoprire le radici, il senso di appartenenza. La banda è il cuore di una comunità che batte forte nei giorni del Carnevale, va in profondità e accompagna il Resurrexit durante le processioni pasquali, celebra feste e ricorrenze marcando l’identità di un territorio, la sua storia, la sua gente. Tutti si riconoscono nella banda del paese e la osservano sfilare “al passo” del ritmo per vicoli e piazze, con l’orgoglio di qualcosa che fa parte della cultura e della tradizione di un luogo. Un punto di riferimento, qualcosa che sai che c’è e dà sicurezza.
Trenta musicanti, ma io preferisco chiamarli musicisti, seduti in formazione d’orchestra nel concerto per il paese che riparte dopo il lungo inverno della paura e dell’isolamento. E’ come un abbraccio, qualcosa che scalda il cuore, apre alla condivisione sulle note di De Andrè, o dei Carmina Burana, o ancora nel tributo a Raffaella Carrà.
Poi c’è Tommaso che racconta la sua storia volteggiando le bacchette, come si fa (per chi ancora lo fa) con la penna su un foglio bianco e incanta chi ascolta per l’energia che sa comunicare e le tecnicalità che presto, c’è da credere, diventeranno virtuosismi alla scuola di Cuseri. Non è importante ciò che Tommaso diventerà da grande, conta ciò che è ora, le sue potenzialità e la determinazione a perfezionarsi nello studio che toglie tempo ad altre attività e costringe a qualche rinuncia. Lui sta imparando una disciplina e il valore del sacrificio per raggiungere un obiettivo: un bell’esempio, sicuramente uno stimolo per tanti ragazzi con la testa dentro un telefonino o un videogioco.
Emanuele Ragni sorride, soddisfatto mentre Tommaso ripone nelle custodie i componenti della batteria. Dirige la Filarmonica “Mascagni” da cinque anni ma da dodici insegna nella omonima scuola di musica, sezione ottoni, ‘allevando’ un bel vivaio di giovani leve. Musicista professionista, trombonista e tubista, tolte le ore notturne per il sonno, il resto è tutto musica che condivide con la moglie, musicista pure lei. Emanuele è nato nella banda del suo paese, Mugnano, in provincia di Perugia e per certi aspetti, il punto di partenza è lo stesso di Tommaso: passione, studio, scuola, banda. “E’ stato Cristian Tognalini con cui ho suonato in Siena Jazz a propormi la direzione della Filarmonica e sono contento perché i musicanti della banda di Foiano hanno la mentalità del musicista, orecchio molto affinato e questo già prima del mio arrivo. Io ho proposto di osare, con un repertorio che spazia dalla classica alla musica leggera, valorizzando le loro potenzialità”.
La banda di un paese è stare insieme “costruire un concerto come qui stasera, oppure la sfilata per il Carnevale o ancora i testi da eseguire durante la processione. La cosa bella è anche la collaborazione con le due corali: Effetti Sonori e il Gruppo Polifonico Foianese. La musica è il collante”, spiega Ragni.
Nel 2021 ha ancora senso la banda in un paese?
Sara non ha dubbi: “Assolutamente sì”. Lei e Francesco hanno tirato su Tommaso e Giulia a pane e note, camminando per mano all’armonia che si legge negli occhi di questa famiglia. “Tommaso ha iniziato nell’ultimo anno dell’asilo, partecipando a varie scuole con vari maestri fino all’incontro con Claudio Cuseri che lo sta formando. Lui ci mette impegno e trova soddisfazione in ciò che fa. Siamo nati nelle bande musicali: io nella “Mascagni”, mio marito in quella di Marciano suonando il sassofono; ci siamo conosciuti frequentando la banda”. Sì, ha ancora molto senso la banda di un paese, pure e nonostante l’era di internet e delle serie tv perché come dice Sara “è una delle poche associazioni rimaste che uniscono il paese, riportano la gente in piazza e unisce le persone di ogni età. Nella banda ci sono bambini di 7-8 anni e adulti, facciamo tutti la stessa cosa, ciascuno secondo i propri compiti”.
Sorride ed è come vedere crescere bene una “creatura” che è di tutti ma che va saputa gestire e portare avanti tra le difficoltà di sempre e quelle, ancor più pesanti, che il Covid ha aggiunto: è Giorgio Tralci, il “presidentissimo” della Filarmonica che rivendica con orgoglio le origini dell’istituzione foianese. “Mario Senesi ha svolto un lavoro meticoloso di ricerca e scritto un libro sulla Filarmonica ‘Mascagni’, riuscendo perfino a trovare un documento datato 1796, anno in cui fu costituita la Banda Armonica Foianese che il 12 settembre dello stesso anno fu invitata ad Arezzo in pellegrinaggio al Duomo per ringraziare la Madonna del Conforto che salvò la città dal terribile terremoto”.
Giorgio ha imbracciato il basso tuba, strumento bellissimo, dopo la pensione e si è messo a studiare come fanno tutti alla ‘Mascagni’. Nella sua ‘cantina-studio’ suona e “passa ogni tristezza”. Per lui la banda è “aggregazione tra persone; quando sfila per il paese comunica gioia, allegria, armonia con le sue melodie; ma anche in una marcia funebre è capace di trasmettere sensazioni e commozione profonde”.
Nel 2021 e dopo una pandemia, non ancora finita, la banda di un paese è la cura dell’anima, fondamentale quanto o forse più di quella per il corpo.